Capovalle
Capovalle, un territorio, una passione
Capovalle è un piccolo paese di montagna, situato in provincia di Brescia a 1000 metri sul livello del mare. Posto fra i bacini del lago d’Idro e Garda, Capovalle è situato in una conca adagiata fra tre monti: il monte Stino sul versante nord e i monti Manòs e Carzen sul versante sud. Confina con la Valvestino ed i comuni di Idro, Treviso Bresciano, Vobarno e Gargnano. È formato da tre frazioni denominate: Zumiè, posta in alto rispetto al paese, Viè, più a ovest e Vico ad est. Le bellezze dell’architettura rurale narrano la storia della gente, le tradizioni e la consapevolezza di vivere in una natura ancora incantata, ricca di verde e di limpide acque. Prospera di luoghi dove le emozioni possono trovare il conforto della tranquillità ed il corso del tempo afferma le sue albe ed i suoi colorati tramonti in tutte le stagioni.
La Storia di Capovalle
Il territorio fu frequentato ancora dalla preistoria, furono trovati reperti paleoarcheologici che testimoniano la presenza di stazioni preistoriche di transito attribuibili all’età del bronzo che fungevano da collegamento tra Valle Sabbia, Riviera del Garda e Trentino. I primi documenti che parlano con certezza di un villaggio chiamato “Hano”, risalgono per quanto ne sappiamo al 13 novembre 1200, come riportato dallo storico Federico Odorici, relativi al diritto delle decime di Vobarno. In questo secolo, probabilmente, gli abitanti di Hano costruirono dei tunnel sotterranei che consentivano di raggiungere le abitazioni vicine senza uscire di casa. Ancor oggi in paese, gli anziani ricordano con precisione di aver percorso i detti tunnel durante i loro giochi d’infanzia. Oggi questi sono quasi completamente distrutti, ne rimane qualche spezzone che riaffiora ogni tanto in qualche stalla o cantina durante i lavori di restauro. Ex dominio dei Visconti di Milano, dal 1426 fu dominio della Repubblica di Venezia grazie alla quale furono decenni di ripresa economica per gli abitanti del paese. Nel novembre 1526 fu attraversato e saccheggiato da 20.000 lanzichenecchi al comando di Georg von Frundsberg provenienti dalla Germania e diretti a Roma. Il dominio Veneziano durò fino al 1797 quando Napoleone conquistò l’Italia e formò la Repubblica Cisalpina. Hano divenne allora frazione di Idro.
Dopo la sconfitta di Waterloo ed il Congresso, Hano fu annessa all’Impero Austro-Ungarico, fino a quando Garibaldi con i suoi cacciatori delle Alpi sconfisse le truppe imperiali. Con lo scoppio della prima guerra di indipendenza del 1848, tutto il territorio fu occupato dai Corpi Volontari Lombardi. Nel 1907 Il Consiglio Comunale, presieduto dall’allora sindaco Lombardi Pietro, dopo aver ascoltato il parere dei concittadini, decise di cambiare il nome del paese da Hano a Capovalle. Durante i primi decenni del secolo, Capovalle inizia a cambiare completamente la sua immagine, da paesino sperduto tra le montagne ma importante (in quanto paese di confine), a paese non più di confine ma forte di una nuova strada, e di una modesta rete di strade mulattiere. Nel 1911 supera seppur di poco i mille abitanti. Essi vedono nascere nuovi edifici e parecchie importanti opere di interesse pubblico, prima fra tutte la costituzione di una società idroelettrica nel 1923. Dopo lo scoppio della guerra i giovani furono chiamati alle armi, molti furono i caduti ed i dispersi. La popolazione aiutò i gruppi partigiani, fiancheggiò in qualche modo le loro azioni contribuendo al successo finale. Negli anni 60/70, dopo la costruzione della nuova strada e di una nuova linea elettrica, vi fu una rinascita economica.
Tradizione
I profumi intensi della resina e dei fiori si spargono dai verdi pascoli di Capovalle per disegnare una terra ricca d’emozioni dove fauna e flora trovano il loro habitat ideale. Le riserve naturalistiche ed i parchi conservano una natura da scoprire in punta di piedi, per ascoltare un battito d’ali o il leggero respiro di un giovane capriolo adagiato nell’ombra dei rododendri. Chiamato “Hano” fino al 1907, questo storico paese offre in tutte le stagioni ampi e pittoreschi panorami e suggestivi angoli naturali. Ne consegue una varietà e vivacità di presenze arboree ed animali con suggestiva l’alternanza di verdi pascoli, densi boschi ed ampie radure. Svariati prodotti locali ci raccontano una storia di tradizioni antiche legate al mondo rurale. Ieri, anfiteatro di guerre, saccheggi, fame, duro lavoro e casa di gente umile e fiera, oggi, paese tranquillo, popolato da persone laboriose ed ospitali.
Lo Spiedo
Originario del territorio bresciano, lo spiedo è un antico piatto tipico a base di carne; in particolare di carne da cacciagione. Spostandosi nelle varie zone della provincia, si possono infatti degustare tante ricette diverse, ognuna con le proprie peculiarità e nata dalle preferenze personali delle famiglie che l’hanno adottata per prime. Gli spiedi vengono messi a cuocere a fuoco molto lento in forni rotanti per diverse ore, almeno 5 e continuamente irrorati con abbondante burro fuso, salvia e sale. Grande prelibatezza apprezzata dai bresciani sono proprio gli uccellini, anche se non sempre può piacere il loro gusto molto selvatico.
La Spongada
La spongada è un dolce tipico della zona di Capovalle e dal valore simbolico, è tipico della Pasqua e veniva offerto agli ammalati e ai poveri come segno di augurio e di buona salute. La spongada è formata da farina, zucchero, burro, uova, lievito di birra, un pizzico di sale un tocco di vaniglia, ha profumo di burro e lievito che dura per molto tempo e un colore dorato che assume dopo la cottura. È doveroso ricordare come alcuni paesi della Valle variano alcuni elementi nella preparazione della spongada: sono variazione aggiuntive – come lo zucchero semolato o a velo, la marmellata o le gocce di cioccolato – che non vanno a stravolgere la ricetta tradizionale.
I Funghi
Oltre ad offrire passeggiate, panorami ed arte, il territorio valsabbino propone all’ospite anche i suoi ottimi prodotti gastronomici. La crescita dei funghi a Capovalle è favorita da diversi fattori quali il clima temperato fresco, la natura calcarea del terreno e l’estensione dei boschi. Particolare è la presenza di alcuni tipi di tartufo, che qui trovano le caratteristiche ideali per crescere.